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La magia del Circolo Generativo e la saggezza necessaria per aiutare a leggere il nostro tempo

Immagine del redattore: Sabina MagagnoliSabina Magagnoli

Per offrire il suo contributo all’Economia Gentile, tema cardine del Festival Francescano di quest’anno, il Professor Mauro Magatti ha illustrato la magia di un’evoluzione che lui ha chiamato ‘Circolo Generativo’. Si tratta di un processo virtuoso di trasformazione della società e della percezione che abbiamo del mondo che ci circonda. Il suo obiettivo è contrastare l’autoreferenzialità imperante per offrirci una nuova visione del futuro, libera dall’assioma progresso = produzione, superando così la gabbia del nostro egocentrico ‘io’ ed entrando nel flusso generativo di un’esistenza in relazione. Nelle osservazioni del Prof. Magatti ho letto continui rimandi a un paradigma educativo sistemico, soprattutto quando ha parlato di Jacques Lacan per sostenere che il desiderio di relazione, innato in noi, è libero solo se ridà dignità di soggetto all’altro, e quando ha citato Max Weber con il suo concetto di economia come costruzione storico-sociale correlata ai cambiamenti culturali e spirituali. In queste riflessioni si legge un messaggio che noi insegnanti, per primi, dobbiamo aver chiaro: l’obiettivo dell’umanità non è la produzione finalizzata al consumo a cui siamo tristemente abituati, ma la consapevolezza della relazione e di un’economia che traduce in fatto materiale l’evoluzione culturale e spirituale dei popoli. Un insegnante generativo, coerentemente, crea circoli virtuosi intersoggettivi metastabili (cioè stabili ma consapevolmente aperti al cambiamento) condividendo orizzonti di senso in cui il generare e il lasciar andare sono parte di un processo inseparabile. Il saper lasciar andare è una grande competenza dell’insegnante generativo. Anzi, il lasciar seguire a una fase creativa e organizzativa un’inevitabile fase transitiva lo definirei saggezza. Ma la saggezza è una dote rara in un mondo in cui la stessa natura umana è a rischio, i nostri desideri manipolati, le nostre scelte registrate in modelli di previsione sempre più complessi, a servizio di un’economia della sorveglianza che si sta insinuando nelle pieghe dell’esistenza umana passando per semplificazione della vita, come sostiene Shoshana Zuboff in ‘The Age of Surveillance Capitalism’. Da una parte quindi sta l’economia della gentilezza con la Generatività di Magatti, dall’altra l’economia della sorveglianza ben illustrata dal film ‘The Social Dilemma’. In mezzo sta la saggezza data dalla conoscenza dell’esperienza. L’equilibrio di questa dicotomia dipende anche da noi educatori. Per ricordare il senso della parola educare, ‘portare verso’, avvicinare i ragazzi a una riflessione sulle contraddizioni del nostro tempo è il compito più urgente che abbiamo.

Nella foto: con il Professor Mauro Magatti al Festival Francescano 2020


 
 
 

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