Grande conoscitrice e della cultura aborigena canadese, Penny Petrone è stata una pioniera dello studio e dell'insegnamento della letteratura dei nativi Canadesi e i suoi volumi First People, First Voices e Northern Voices hanno dato per primi una voce alla straordinaria arte della narrazione aborigena in Canada.
La cultura aborigena, pur molto varia per l’esistenza di numerosissime tribù diverse fra loro, originariamente veniva tramandata sotto forma di narrazioni che avevano la forma di canti, preghiere, storie, e celebravano la profonda connessione e interdipendenza fra uomo-natura. Inoltre la cerimonia stessa di raccontare e ascoltare le storie della tribù era un momento di grande valore sociale, per il senso di comunità e condivisione che generava.
Con l’invasione dell’uomo bianco, i bambini dei popoli nativi furono separati dalle famiglie e dalle loro comunità e forzatamente mandati a scuole dove imparavano a leggere e a scrivere per venire educati dagli europei alla loro cultura, che veniva ritenuta superiore a quella nativa.
Come conseguenza, il delicato ecosistema mantenuto intatto fino a quel momento si degradò velocemente, anche perché ai nativi vennero vietati i rituali e le cerimonie che tenevano vivi i loro straordinari valori etici di consapevolezza sistemica.
Oggi molti di noi hanno finalmente imparato da questi errori e stanno cercando di riscoprire e rigenerare quella connessione e condivisione che rendevano i popoli aborigeni così umani.
Nell'estate del 1997 Penny mi ha ospitata a Thunderbay, dove viveva, per lavorare insieme al ricchissimo archivio documentale da lei creato, alla Lakehead University in Ontario.
Foto allegata all'articolo uscito sul giornale della Lakekead University riguardante le mie ricerche sugli aborigeni canadesi.

Le ricerche nell'archivio Penny Petrone alla Lakehead University.



L'entrata della casa di Penny, a Thunderbay.

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